Almerigo Grilz (April 11 1953]] in Trieste - May 19 1987 in Caia, Sofala, Mozambique) was an Italian journalist, freelance war reporter and politician.
He was a Fronte della Gioventù and Italian Social Movement-National Right activist.
In 1977 he was elected as Trieste's FDG leader, when Gianfranco Fini, at the time FDG national secretary appointed him as national vice-secretary.
Grilz entered to the Albo of the journalists as a simple writer.
On May 19 1987, in Mozambique, he is killed during a fighting between RENAMO and government's militiansmentre: his camera recorded the fighting and his last moments
Politician and "war journalist"
editGrilz alternated, when he was a very young man, the passion for politics and right's activism with that for the "job" of freelance reporter to the planet's hot areas.
During th second half of years 1980, he resigned as city councilor of Trieste and decided to became definitely and exclusively a journalist.
Grilz is present in all the war fronts of 1980's: from the USSR invasion of Afghanistan to the Israeli invasion of Lebanon, from Etiopian guerrillas against Menghistu to the war on Mozambique.
In the 1984, he documents the conflict between Cambogian guerrilla and governement's troops, supported by vietnamiti. He reported, in the Myanmar-Thailandia border, the war between Karen ethnic minority and Rangoon's troops. His imagines go around the world and are buy by CBS and NBC. Successivamente questi grandi network gli commissionano servizi in altre parti del mondo.
Per la NBC Grilz segue la guerriglia comunista filippina e le elezioni del 1986 che porteranno alla caduta del presidente uscente Ferdinando Marcos e alla vittoria di Corazon Aquino.
Albatros
editGrilz, con Gian Micalessin e Fausto Biloslavo, con i quali condivideva sia la passione politica sia quella per il "giornalismo d'avventura", fonda, nel 1983, Albatros, un'agenzia giornalistica che produrrà servizi, scritti e filmati, da gran parte delle aree del mondo interessate da fenomeni bellici o rivoluzionari.
L'agenzia venderà molti servizi a grandi emittenti televisive internazionali, in particolare anglosassoni, mentre in Italia, nonostante un certo "sospetto" che accompagnava allora chiunque fosse considerato, almeno culturalmente, vicino al MSI-DN, Albatros riuscirà a farsi strada in prestigiose testate quali, ad esempio, Panorama e il Tg Uno.
La morte
editLa morte di Grilz, proprio a causa del citato "pregiudizio antimissino", non sarà seguita da una vasta eco nella stampa italiana.
L'Unità riferirà della "morte di un mercenario".
Faranno eccezione, per la televisione, il Tg Uno che, per bocca del conduttore Paolo Frajese, nonostante il parere contrario del comitato di redazione, dedicherà un ricordo al giornalista triestino, e, per la carta stampata, Renato Farina per il settimanale Il Sabato ed Ettore Mo, storico inviato nei "luoghi impossibili" per il Corriere della Sera.
Il documentario di Micalessin sulla morte di Grilz
editNel 2002, Micalessin, desideroso di vedere gli ultimi luoghi nei quali è vissuto Grilz e, in particolare, di conoscere la sorte dei suoi resti, ha realizzato un documentario filmato e montato assieme alle immagini girate dall'amico e collega proprio fino all'istante stesso della morte.
Il "duplice paradosso" di Trieste
editTrieste, la città di Grilz, da sempre attraversata da ideali e, talvolta, tensioni di carattere ora politico ora etnico-politico vive, attualmente, un duplice paradosso. Grilz, che pure è stato il primo giornalista italiano a morire in un teatro di guerra mentre l'Italia era in pace, è l'unico inviato, fra i molti triestini caduti in "aree calde", al quale è negata, dal locale ordine professionale dei giornalisti, una targa commemorativa all'ingresso della sede cittadina. Al tempo stesso, Grilz è l'unico di tali giornalisti ai quali l'amministrazione comunale abbia dedicato una via della città.