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I vecchi e i giovanieditI vecchi e i giovani è un romanzo dello scrittore siciliano Luigi Pirandello, pubblicato per la prima volta nel 1909. TramaeditÈ un romanzo sociale di ambientazione siciliana. È la Sicilia dei sanguinosi moti dei Fasci siciliani del 1893, sconvolta dalle lotte di classe, con i clericali da un lato, tesi ad impedire il consolidamento del nuovo regime liberale, e la classe dirigente dall'altro, che disperde nel disordine morale i sacrifici e i meriti acquisiti. Più che casi individuali, i personaggi del romanzo interpretano i diversi aspetti della complessa situazione storica che stanno vivendo. Così il principe don Ippolito di Colimbetra, fedele suddito borbonico; don Flaminio Salvo, esponente della nuova borghesia capitalista; Roberto Auriti, glorioso garibaldino che si spegne in un'esistenza amorfa; il giovane principe Gerlando di Colimbetra, sostenitore delle nuove idee e per questo costretto all'esilio. I personaggi rappresentano un contrasto di concezioni e di ideali che si risolve nel contrasto tra due generazioni: quella che ha fatto l'Unità e che vede perduta l'eredità del Risorgimento, e quella più giovane, che nel gretto conservatorismo dei padri scorge solo la difesa di interessi reazionari. Ne I vecchi e i giovani l'autore esprime un giudizio storico molto severo sul processo di riunificazione dell'Italia e dello stato nato da essa. Non a caso Carlo Salinari, analizzando questo romanzo, parla di tre “fallimenti collettivi” riferendosi al Risorgimento, come mancato moto generale di rinnovamento dell'Italia; all'unità, come fallito strumento di liberazione e di sviluppo delle zone più arretrate e in particolare della Sicilia e dell'Italia meridionale; e al socialismo, che avrebbe potuto essere la ripresa del movimento risorgimentale. Questi fallimenti si sovrappongono poi a quelli “individuali” «dei vecchi che non hanno saputo passare dagli ideali alla realtà e si trovano a essere responsabili degli scandali, della corruzione e del malgoverno dei giovani».[1] Nell'ultimo capitolo della seconda parte del romanzo, don Cosmo, il fratello intellettuale di Ippolito, fornisce la chiave di lettura degli avvenimenti e il punto di vista di Pirandello, nel corso della conversazione con Gerlando: «Una cosa è triste, cari miei: aver capito il gioco! Dico il gioco di questo demoniaccio beffardo che ciascuno di noi ha dentro e che si spassa a rappresentarci di fuori, come realtà, ciò che poco dopo egli stesso ci scopre come una nostra illusione, deridendoci degli affanni che per essa ci siamo dati, e deridendoci anche, come avviene a me, del non averci saputo illudere, poiché fuori di queste illusioni non c'è più altra realtà...» |
I vecchi e i giovanieditI vecchi e i giovani is a novel written by the Sicilian author Luigi Pirandello and was first published in 1909. PloteditIt is a social novel placed in a Sicilian setting. In 1893, there were many gory uprisings of the Sicilian Fasci because they were upset by class struggles. On the one hand, the clericals aimed to prevent the consolidation of the new liberal regime. On the other hand, the ruling class frustrated the sacrifices and merits that were achieved during times of twisted morality. Rather than focusing on the individual cases, the characters from the novel interpret the different aspects of the complex historical situation they live in. Thus the prince Don Ippolito of Colimbetra, a faithful Bourbon subservient; Don Flaminio Salvo, an exponent of the new capitalist bourgeoisie; Roberto Auriti, a glorious Garibaldian who dies in an amorphous existence; the young prince Gerlando from Colimbetra, a supporter of new ideas and therefore forced into exile. The characters represent a contrast of conceptions and ideals that is resolved in contrast between two generations: the one that achieved the Italian Unification and that sees the legacy of the Risorgimento lost, and the younger one, which, in the narrow conservatism of the fathers, sees only the defence of reactionary interests. In I vecchi e I giovani, the author expresses a very severe historical judgement on the process of the reunification of Italy and the state §born from it. It is no coincidence that Carlo Salinari, analyzing this novel, speaks of three "collective failures" referring to the Risorgimento, as a general failure to renew Italy; to unity, as a failed instrument of liberation and development of the most backward areas and in particular of Sicily and southern Italy; and to socialism, which could have been the resumption of the Risorgimento movement. These failures then overlap with the "individual" ones "of the old who have not been able to pass from ideals to reality and find themselves responsible for the scandals, corruption and poor governance of young people". In the last chapter of the second part of the novel, Don Cosmo, Ippolito's intellectual brother, provides the key to reading the events and Pirandello's point of view during the conversation with Gerlando: "One thing is sad, my dear: having understood the game! By this I mean the game of the mocking and demonic side that resides inside each one of us and that is amused when representing us on the outside as if it were real. What follows shortly afterwards is his discovery of us as a mere illusion of ourselves, making fun of all the worries we have, and mocking us further, as it was in my case, for not having been able to deceive ourselves, since outside of these illusions there no longer exists any other reality ..." |